Oggi, insieme ai colleghi del gruppo consiliare Senso Civico – Un Nuovo Ulivo per la Puglia ho scritto al Ministro Peppe Provenzano e al Sottosegretario Mario Turco in merito alla bozza del documento “L’Italia e la risposta al COVID-19” del Dipartimento per la Programmazione e il Coordinamento della Politica economica di Palazzo Chigi circolata negli ultimi giorni. Di seguito la lettera:
Egregi Ministro Provenzano e Sottosegretario Turco,
Vi scriviamo con riferimento alla bozza del documento “L’Italia e la risposta al COVID-19” del Dipartimento per la Programmazione e il Coordinamento della Politica economica di Palazzo Chigi circolata negli ultimi giorni.
La bozza – in cui si avanzano proposte per la strategia di rilancio economico del nostro Paese – dal momento della sua pubblicazione ha suscitato non poche perplessità, soprattutto per un motivo: in essa viene proposta la “sospensione del riparto delle risorse dei programmi di spesa”, ossia la sospensione della cosiddetta “clausola del 34%” che destina alle regioni del Sud Italia una quota di investimenti proporzionata alla popolazione residente.
Come certamente Vi è noto, tale disposizione, approvata nel 2017 ma diventata efficace solo nell’anno corrente, fu introdotta per colmare il “gap” di investimenti da destinare alle regioni meridionali che, pur avendo una popolazione residente pari al 34% del totale, ha ottenuto negli anni risorse per una quota pari al 27-28%.
La sospensione sarebbe necessaria, secondo la bozza, per impiegare quelle risorse nella ripartenza del Nord Italia, duramente colpito dall’epidemia di COVID-19. Noi consiglieri regionali del gruppo “Senso Civico – Un Nuovo Ulivo per la Puglia” riteniamo tale proposta inaccettabile.
Per questo chiediamo che, pur trattandosi al momento di una mera proposta, si faccia chiarezza sulla vicenda. La mancata applicazione della clausola del 34% è già costata al Sud, in 3 anni di mancata applicazione, circa 21 miliardi. A questo danno non può aggiungersi la beffa di vedersi in questo difficile momento portar via ulteriori risorse. Teniamo a precisare che la nostra richiesta non deriva da alcuna velleità campanilistica, bensì dalla necessità di giustizia sociale. Il Sud ha già dimostrato in questa crisi di essere al fianco del Nord in tutti i modi possibili: inviando personale medico, mezzi e strumentazioni, curando nei propri ospedali pazienti arrivati dal settentrione. È indifferibile tuttavia che la ripartenza interessi tutto il Paese in maniera uniforme: non può essere che una parte dell’Italia si rialzi a scapito di un’altra. Chiediamo dunque che si diradi qualsiasi dubbio a tal proposito in maniera definitiva e inequivocabile.
Con l’auspicio di vedere presto chiarita questa spiacevole e incresciosa situazione, approfittiamo per porgere i più cordiali saluti.
Ernesto Abbaterusso, Mino Borracino, Alfonso Pisicchio, Giuseppe Romano, Giuseppe Turco, Sabino Zinni.