Sono consapevole delle difficoltà interpretative riscontrate dai Comuni sul Piano Casa. Ecco perché con la struttura regionale abbiamo già avviato un’analisi puntuale delle norme contestate al fine di favorire una corretta applicazione di uno strumento urbanistico che per noi resta fondamentale nelle politiche di crescita dei territori.
Non vogliamo assolutamente paralizzare l’attività amministrativa degli uffici comunali, né tanto meno vanificare lo spirito originario e innovativo con il quale, esattamente dieci anni fa, nasceva il Piano Casa. Per questo ho già fissato per martedì 9 luglio una riunione con l’ANCI, l’ANCE e gli ordini professionali al fine di concertare quegli opportuni correttivi normativi che possano favorire un’interpretazione univoca e chiara e per avviare l’eventuale correttivo legislativo necessario.
Auspico un dibattito politico maturo e finalizzato alla risoluzione dei problemi sollevati dai Comuni. Da due anni ribadisco che il Piano Casa (e la proposta di Legge sulla Bellezza potrà aiutarci in tal senso) debba essere una volta per tutte strutturato in una legge permanente, senza dover ricorrere, di anno in anno, a proroghe, emendamenti e cambi in corsa che, come dimostrano le cronache amministrative di queste settimane, alimentano confusione e incertezza soprattutto per gli uffici comunali, ai quali sin da ora il mio assessorato conferma la sua piena disponibilità a collaborare.
Il nostro territorio ha bisogno di rilancio e sviluppo, anche per il comparto dell’edilizia, ma tenendo insieme diversi elementi come la tutela del paesaggio e del suolo, la certezza normativa e la legittima iniziativa imprenditoriale dei privati.